Mostre OFF 2023

off

L’inaugurazione delle Mostre OFF si terrà presso il Chiostro di San Lorenzo a Bibbiena
Venerdì 15 settembre 2023 alle ore 20.00

Le mostre del circuito OFF saranno esposte a Bibbiena:
in via XVIII Agosto presso la Galleria Parentesi
– “Night Tapes” di Giorgio Fornarelli
Presso il  Chiostro di San Lorenzo:
– “Mindscapes” di Matteo Capone
– “Terra Mare” di Diego Costantini
– “Imago” di Maria Elisa Ferraris
– “Connessioni” di Eleonora Mari
– “Persona – 100 espressioni del volto umano” di Micol Saponaro
– “In fondo a destra” di Andrea Torcasio
– “Locus amoenus” di Kinzica Vannini
– “Nomadi analogici – Less is more” di Fabrizio Zibetti 

MATTEO CAPONE
Mindscapes

Terminato il lockdown italiano per la pandemia di Covid-19, l’essere umano sente il bisogno di riabbracciare le proprie quotidianità. Nel 2021, in particolare, i parchi tornano ad essere delle oasi di fuga dalla confusione della città e degli spazi sicuri. Il progetto nasce proprio in quel periodo e prosegue per circa due anni. Si tratta di un percorso introspettivo che si sviluppa in alcune aree verdi della periferia di Roma come il Parco del Sorbo, il Lago EX-SNIA, Casale San Nicola, Villa Pamphilj, l’EUR. La ricerca ha come soggetto principale il paesaggio, registrato come un punto d’incontro tra il mondo esterno e quello interiore. Si verifica dunque un dialogo, tra uno specifico stato d’animo e un luogo, che origina una serie di porzioni di paesaggio, i cosiddetti “Mindscapes”.

BIOGRAFIA
Matteo Capone nasce a Roma nel 1997. Nel 2020 si laurea in Fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Roma. Nel 2021 avvia un anno di Fellowship con l’agenzia ParalleloZero. Nel 2022 frequenta il Master in Fotogiornalismo Contemporaneo presso Officine Fotografiche. Nello stesso anno viene scelto da Leica Camera Italia per il progetto “Roma Chilometro Zero”. Nel 2023 realizza la sua prima collaborazione con l’agenzia Contrasto e partecipa alla raccolta fondi “Romagna Tin Bòta”. Una selezione dei suoi riconoscimenti include: esposizioni in festival e gallerie internazionali come IMP Festival, Palazzo Ducale, Format Festival, Photometria Festival, Fotofestival Lenzburg, Open Eye Gallery, Kommunale Galerie; pubblicazioni su Artribune, La Repubblica, National Geographic Italia, Perimetro.

Galleria Matteo Capone – Mindscapes – Mostra OFF 2023

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DIEGO COSTANTINI
Terra Mare

L’idea progettuale vede come obiettivo quello di raccogliere in esposizione una raccolta di fotografie, sviluppate durante il mio primo percorso autoriale lungo almeno cinque anni e che percorre la strada di sabbia che costeggia l’Adriatico, ma che allo stesso tempo mostri come la città di Pescara e la popolazione circostante siano cambiati nel corso degli anni. Questo progetto sarà un’opportunità per osservare il progresso e le problematiche riguardanti quest’area, ma anche un’occasione per fermarsi a riflettere sulla storia e sulle tradizioni che hanno formato la comunità locale e la mia regione. Un riferimento fondante di questo percorso è basato sull’idea di città di Joseph Rikwert, che analizza anzitutto la situazione che coincide con l’origine stessa della città in senso moderno, il “rito etrusco” che fondava la città romana. Dunque, il tema dell’architettura in rapporto con i cittadini e la loro identità diventano centrali, soprattutto in una città spinta fin dagli anni ’60 in un’esplosione nel campo edilizio che vede la massima espansione nell’epoca del boom economico, con l’impressione di volersi scrollare di dosso ogni traccia del suo passato che affonda le proprie radici nella Roma antica ma che ad oggi, al netto delle decisioni prese, rimane per lo più un lato della città ancora da scoprire. In questo senso, vorrei incoraggiare uno sguardo meditativo sulla propria terra di appartenenza, qualunque essa sia, una presa di coscienza che spesso manca nella frenesia della vita moderna. Vorrei che questo progetto porti le persone a fermarsi per un momento, ad apprezzare la bellezza della propria terra e della popolazione che la abita, e a riflettere sul significato della comunità e della propria appartenenza a essa.

BIOGRAFIA
Diego Costantini nasce a Pescara il 28/05/1996. Il suo percorso artistico comincia approcciandosi alla scultura. Nel 2012 vince il premio D’Annunzio come “giovane talento”, nel 2015 si iscrive presso la Facoltà di Architettura di Pescara, mentre nel 2016 soggiorna presso l’Università di Delft in Olanda; dal 2017 colleziona le prime esperienze da fotografo freelance fino al 2019, anno che lo vede arrivare fino alle fasi finali del concorso “Italy photo award”. Dal 2020 in poi la sua attività vede diverse menzioni tra diversi magazine e concorsi tra cui spicca, la presenza tra i finalisti del ‘SI FEST’ per due anni consecutivi e la menzione tra i migliori 100 fotografi europei secondo la rivista olandese ‘FRESH EYES’. Dal 2021 in poi la sua attività vedrà concentrarsi sulla realizzazione di libri fotografici d’autore e progetti di natura creativa e musicale, nel 2022 si laurea In Design della Comunicazione e del Prodotto presso l’università ISIA di Pescara, ed intraprende un percorso lavorativo come Grafico pubblicitario collaterale all’attività autoriale. Nel 2023 viene nominato come vincitore ex aequo del concorso “Artefici del nostro tempo” che prevede una mostra collettiva all’interno della Biennale di Venezia “The milk of dreams”.

Galleria Diego Costantini – Terra Mare – Mostra OFF 2023

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MARIA ELISA FERRARIS
Imago

Imago è una serie fotografica in cui il mare e l’acqua diventano simbolo di una parabola interiore. È la faticosa presa di coscienza di appartenere a una storia molto più grande e antica, governata da forze spesso inesplicabili, a volte opprimenti, oltre la propria biografia personale. È l’ossessiva ricerca dell’equilibrio tra inconscio collettivo e individuale, la necessità interiore di ridurre e scarnificare, di avvicinarsi alle images, le forme eterne che costituiscono la struttura portante di ogni esperienza, per comprendere il sé.

BIOGRAFIA
Maria Elisa Ferraris nasce a Torino nel 1995.
La sua ricerca fotografica si sviluppa da un interesse per le persone e il legame che hanno con il proprio territorio, attraverso una pratica collaborativa e multidisciplinare. Nel 2017 si diploma in Fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Torino ed è selezionata per il Masterclass promosso da ICP, New York, e Camera, Centro Italiano di Fotografia. Dal 2020 è membro ufficiale del collettivo Cesura. Ha esposto, tra gli altri, presso PhotoLux Festival, SiFestOFF, Project Room Camera. Ha pubblicato su Elle, Internazionale, Zero.eu.

Galleria Maria Elisa Ferraris – Imago – Mostra OFF 2023

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GIORGIO FORNARELLI (in arte George D. Maccheroni)
Night Tapes

Il progetto è un’analisi sub e post urbana, in chiave personale, dello stato ipnagogico. Esso è lo stato di coscienza di transizione dalla veglia al sonno in cui si potrebbero manifestare allucinazioni uditive e/o visive. È il racconto di un viaggio in macchina, dalla veglia al sonno, in cui il protagonista è circondato da scenari ed elementi anonimi, immersi nel buio simboleggianti le varie allucinazioni. È anche un’espansione, puramente personale, dell’ultimo pensiero dominante che l’autore “fabbrica” prima di addormentarsi: “Giorgio, tu sei solo”. Viene quindi analizzato il sentimento dell’abbandono, riflesso anche nella maggior parte delle ambientazioni descritte dal fotografo.

BIOGRAFIA
Giorgio Fornarelli, in arte George D. Maccheroni, è un’aspirante fotografo nato a Bari nel 1998 e residente a Firenze.
Comincia a scattare durante gli anni del liceo ma i suoi lavori più strutturati arrivano solo durante gli anni della pandemia. Maccheroni empatizza principalmente con ciò che è inanimato, rispecchiando in esso il suo carattere introspettivo e riservato. Grande amante della fotografia analogica, intraprende un percorso quasi da street photographer, cercando di catturare i dettagli del sub-urbano senza mai dimenticarsi di raccontare le storie dei propri amici.
Al momento collabora col collettivo BHC, di cui ne fa parte anche il suo alter ego musicale, DAM.

Galleria Giorgio Fornarelli – Night Tapes – Mostra OFF 2023

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ELEONORA MARI
Connessioni

Il progetto vuole analizzare e approfondire il legame profondo che esiste tra gli esseri viventi del nostro pianeta. Come esseri viventi s’intendono anche i vegetali e le piante, quella parte del mondo che fino a poco tempo fa abbiamo considerato puramente infestante, fastidiosa e al nostro servizio. Abbiamo eliminato foreste e radure per costruire edifici, fabbriche, allevamenti, centri urbani, spazi di “crescita” secondo la nostra concezione del mondo. Ci siamo dimenticati che senza natura la nostra sopravvivenza non può sussistere. Con Connessioni ho voluto unire il corpo dell’essere umano con la natura (o con una sua astrazione e rappresentazione), utilizzando termini specifici legati alla terra e alla biologia, al fine di rendere in immagine quell’unione profonda con la terra e con l’ambiente naturale che sarebbe in grado di aiutarci a crescere, secondo la concezione dell’equilibrio e del rispetto tra gli esseri viventi che popolano questa terra.

BIOGRAFIA
Nata nel 1995, sviluppa la sua arte attraverso il disegno e soprattutto la fotografia.
Tratta prevalentemente riflessioni legate alla natura e al legame che l’essere umano intesse con essa. Il risultato sono spesso autoscatti.
Laureata in Scienze dei Beni Culturali, con successivi approfondimenti, corsi e workshop, collabora con fotografi e artisti attivi in vari campi per progetti artistici o semplicemente per rappresentare il loro lavoro e la loro passione. Crede che lo scambio tra menti creative sia un importante fonte di crescita. Ha sviluppato anche progetti nell’ambito sociale, per documentare realtà marginali, ricche di stimoli da coltivare.

Galleria Eleonora Mari – Connessioni – Mostra OFF 2023

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MICOL SAPONARO
Persona – 100 espressioni del volto umano

Questo progetto fotografico prende ispirazione dal concetto di “Persona” che nell’antichità faceva riferimento alle maschere teatrali e al loro utilizzo durante gli spettacoli, in particolare dell’antica Grecia.
Il tema della maschera si configura come una metafora della tendenza umana a cambiare, in base alle occasioni e alla persona che si ha davanti. Indica il ruolo che il soggetto interpreta nel contesto sociale in cui agisce.
A esprimere alla perfezione questo pensiero, è il celebre scrittore Luigi Pirandello che nelle sue opere, attraverso la metafora della maschera, spiega come nella realtà quotidiana gli individui non si mostrano mai per quello che sono, ma assumono una maschera che li rende personaggi e non li rivela come persone. La maschera, simbolo alienante, indice della spersonalizzazione e della frantumazione del Io in identità molteplici, è una forma di adattamento in relazione al contesto e alla situazione sociale in cui si produce un determinato evento.
Il progetto, impostato come un poster di grandi dimensioni, nasce dall’osservazione quotidiana dei volti di vari individui e si sviluppa con un’analisi di quella che è la varietà infinita delle espressioni che un singolo soggetto può assumere attraverso la mimica facciale. L’enfasi che il soggetto esprime in ogni scatto è l’elemento essenziale della mia sintesi interpretativa di questo concetto di maschera. In relazione a questo contesto, il soggetto scelto non indossa alcun tipo di maschera artificiale, ma le ricrea fisicamente dando vita a espressioni non solo comuni ma anche più teatrali. La magia della mimica facciale fa sì che anche una minima e impercettibile variazione delle linee del volto possa far scaturire una diversa interpretazione da parte di chi osserva.

BIOGRAFIA
Micol Saponaro è nata nel 1999 in Puglia. Sin da piccola è appassionata di arte e fotografia, mezzo attraverso il quale cerca di capire e analizzare se stessa e il mondo. Dopo il liceo artistico, dove realizza i primi studi in ambito multimedale, acquisisce un secondo diploma in marketing e comunicazione. Successivamente studia Cinema, Fotografia e Audiovisivo presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. In questi anni sperimenta diverse tecniche artistiche e fotografiche dedicandosi a vari progetti. Durante il percorso accademico ha la possibilità di misurarsi con prodotti audiovisivi, realizzando, come coautrice, due cortometraggi intitolati “Unknown” e “troppo lontani, troppo vicini” con i quali partecipa a varie mostre tra la Puglia e il Lazio.

Galleria Micol Saponaro – Persona – Mostra OFF 2023

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ANDREA TORCASIO
In fondo a destra

Quando mi perdo ho l’abitudine di ritrovarmi nella mia stanza da bagno.
Non è la confessione di uno smemorato, né il percorso di un sonnambulo. È l’algoritmo che la mia testa esegue in automatico quando ho bisogno di me e nessun altro. Nel bagno posso finalmente levarmi di dosso vestiti e costrutti sociali. Stare nudo finalmente e pensare. Senza parlare, solo pensare. Forse gli errori commessi al di fuori di questa stanza in fondo a destra stanno alla mia vita come questi nei stanno alla mia schiena. A prima vista un po’ fastidiosi, ma dopo averli meditati ecco che mi hanno reso quel che sono. Sul marmo intanto vedo distendersi imperiosa una chiazza d’acqua. Quanto vorrei avere la sua spavalderia nel condividere i miei pensieri con gli altri. A stare però troppo tempo nudo qui in bagno inizio a sentire freddo. Meglio che vada, prima che i nei occupino troppo spazio sulla mia pelle.

 BIOGRAFIA
Andrea Torcasio è nato a Lamezia Terme (CZ) nel 2001.
Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Classico-Artistisco F. Fiorentino inizia a studiare Progettazione Artistica per l’impresa – Graphic Design presso l’ABAC (Accademia di Belle Arti di Catanzaro). Pratica disegno e pittura già da bambino e si appassiona alla fotografia grazie all’influenza dell’ambiente familiare. Il graphic design e la fotografia, la prima coltivata in Accademia e la seconda autonomamente, sono i suoi principali mezzi d’espressione. Nel 2023 è selezionato tra i vincitori nella sezione giovani del progetto FIAF “Talent Scout”.

Galleria Andrea Torcasio – In fondo a destra – Mostra OFF 2023

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KINZICA VANNINI
Locus Amoenus

Una volta vuota la spiaggia diventa un luogo sublime; accogliente e ostile allo stesso tempo. Non si prova abbandono, ma un senso di vuota pienezza. Lo spazio naturale è intrinseco di suoni e movimento che possono farci sentire estranei a casa di qualcun altro, ma non ci lasciano soli. In questo cerchio i nostri animi si lasciano andare e iniziano a fare parte di questi luoghi che diventano casa.
Homme libre, toujours tu chériras la mer! La mer est ton miroir; tu contemples ton âme Dans le déroulement infini de sa lame, Et ton esprit n’est pas un gouffre moins amer…
“Uomo libero, sempre amerai il mare! È il tuo specchio il mare; ti contempli l’anima nell’infinito muoversi della sua lama. E il tuo spirito non è abisso meno amaro…”

BIOGRAFIA
Kinzica Vannini nasce a Pisa e in seguito si trasferirà in un piccolo paesino nella Maremma Toscana.
Durante il liceo linguistico a Piombino ha modo di sviluppare il suo interesse verso le diverse culture e di dedicare tempo allo studio delle lingue per poter comunicare con un pubblico sempre più ampio. La sua fotografia è fortemente influenzata dal suo ambiente di crescita e dai suoi interessi personali. Concentrandosi sullo sviluppo di uno stile reportagistico, cattura il fascino dell’ambiente naturale e delle persone che incontra. Con il passare degli anni, ha sviluppato un profondo interesse per il mondo marittimo. Quando si tratta di ritrarre le persone, invece, il suo obiettivo è quello di esplorare e catturare usanze, tradizioni e stili di vita.
Attualmente vive a Firenze e studia presso la Libera Accademia di Belle Arti.

Galleria Kinzica Vannini – Locus Amoenus – Mostra OFF 2023

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FABRIZIO ZIBETTI
Nomadi analogici – Less is more

“Avevo un piccolo elastico al polso e per Malak quello sembrava il gioco più bello che avesse mai visto, quasi quanto la sua altalena costruita con materiali di scarto che mi ha mostrato con tanto orgoglio appena arrivati all’accampamento”.
Nel febbraio del 2022 ero in Marocco per un lavoro di promozione di un Tour Operator locale il quale mi ha portato a conoscere questa famiglia di nomadi berberi. Ho avuto la fortuna e l’opportunità di passare un paio di ore con Malak, 2 anni, sua mamma Djou, 30 anni e sua nonna Zahra, 60 anni. Tre generazioni di nomadi berberi. L’accampamento in cui vivono tuttora si trova poco fuori le mura del villaggio di Merzouga, alle porte del Deserto del Sahara. Il piccolo accampamento della famiglia di Malak è così composto: una tenda principale che fa da “soggiorno”, una tenda secondaria della quale non è stato specificato l’utilizzo; una tenda che fa da magazzino per le scorte di cibo e una in cui si cucina; infine due tende per dormire e una più piccola con al suo interno il “kosha”, il forno a legna. La mamma di Malak, Djou, è sempre in giro a far pascolare gli animali o a barattarli durante i tradizionali mercati che si tengono regolarmente nei villaggi dell’entro terra marocchino. Non essendoci più la figura paterna in famiglia è lei che si occupa di sostenerla e mantenerla, la nonna invece rimane all’accampamento ad occuparsi della piccola Malak.
Nonostante lo stato stia sempre di più aiutando queste popolazioni, loro continuano a vivere questa vita perché è la loro tradizione. Nessuno li obbliga, sono nomadi per scelta e sono felici di questo. Ci è bastato vedere il sorriso della piccola Malak per capire che per loro non avere niente… è tutto.

BIOGRAFIA
Fabrizio Zibetti, classe ’93, nasce a Caravaggio in provincia di Bergamo.
Fin da piccolo, grazie a suo padre e suo fratello, ha sempre avuto la possibilità di interfacciarsi con il mondo della fotografia che, con il tempo, è diventata prima una passione e poi la sua professione. Cinque anni fa ha iniziato a formarsi con video e corsi, fino al 2020 quando decide di lasciare il lavoro d’ufficio e concretizzare questo sogno trasferendosi in Australia per sei mesi. Lì ha proseguito il suo percorso formativo da autodidatta. Ora, insieme alla sua compagna, viaggiano full-time lavorando come fotografi e videomaker per aziende e nei settori travel e hospitality. Della fotografia lo ha sempre affascinato la possibilità, ma soprattutto l’opportunità, di cogliere l’attimo e immortalarlo per sempre. Fotografare per lui significa inseguire l’inaspettato, scattarlo e renderlo permanente nel tempo.

www.farovers.com
IG @farovers_

Galleria Fabrizio Zibetti – Nomadi analogici – Less is more – Mostra OFF 2023

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