Scuole

Accademia di Belle Arti di Bologna

bolognadocente:Paola Binante
La realtà è vista come una foresta di simboli, meglio identificati come profumi, colori e suoni che si esprimono tramite i più svariati “linguaggi”. L’essere umano li percepisce e li decodifica attraverso i suoi cinque sensi. Per poter comprendere il reale, ciò che ci circonda, l’uomo utilizza i linguaggi non verbali, ma cosa accade quando i nostri sensi ci trasportano in un reale/non reale? Quando la percezione della realtà perde la sua funzione di dato oggettivo? I progetti che l’Accademia di Belle Arti di Bologna presenta si muovono sulla possibile ambiguità del  linguaggio visivo, che utilizza la vista come veicolo o mezzo per poter comprendere l’informazione data. “Contaminazione” quindi, come equivocità visiva dove il dato reale legittimato dall’aura di fedeltà della fotografia, viene attraverso la stessa fotografia ribaltato della sua autenticità. La percezione della realtà perde la sua oggettività e pur mantenendo intatta l’ambiguità e il mistero dell’opera d’arte, lascia allo spettatore l’interpretazione finale.


Accademia di Belle Arti di Lecce

leccedocente: Giuseppe Bolognini
I progetti presentati lavorano attorno ad una prospettiva di irreversibilità dei processi di contaminazione ambientale. La matrice industriale e capitalista, da cui genera la riflessione iconografica, rappresenta un’urgenza collettiva fortemente avvertita nelle aree dell’Adriatico meridionale, recentemente sottoposte alle numerose prospezioni geofisiche finalizzate all’estrazione petrolifera. Tuttavia, l’inquietudine mossa dai fenomeni di inquinamento dell’ecosistema volge immediatamente ad elicitare la questione sociale e prettamente umanitaria, alludendo ad un fenomeno di deterioramento del sistema di relazioni e scambi tra esseri umani.


Accademia di Belle Arti di Napoli

napolidocente: Aniello Barone
I lavori presentati “raccontano” mondi possibili, paralleli e contaminati, ponendo l’attenzione anche sulla incomunicabilità tra gli uomini. È una narrazione di identità ibride, di interazioni tra uomo e macchina e di macchine che si trasformano in feticci post-moderni che danno vita a nuovi eden. Progetti sinestetici che, focalizzando l’attenzione su di una diversa co-struzione del sociale, stigmatizzano la palese mutazione antropologica del presente: oniriche visioni metropolitane, ibridazioni di corpi androgini mutanti, robotiche creazioni surreali…


Associazione Culturale Deaphoto di Firenze

deaphotodocente: Sandro Bini
Il tema di ricerca proposto viene espresso visivamente attraverso immagini che raccontano la contaminazione nella riappropriazione da parte della natura di una ex fabbrica di acqua minerale abbandonata, o nella trasformazione di Daniele in Ivana Vamp, accattivante drag queen di provincia. La contaminazione tra progetto e spazio vissuto, proposta in una analisi documentaria in cui l’aspetto architettonico del Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze si contrappone a quello relazionale del luogo. Ed infine la contaminazione culturale, legata al cibo, di una semplice cena di una di famiglia multietnica fiorentina: la contaminazione di culture e stili di vita come arricchimento sociale.


Fondazione Studio Marangoni Firenze

marangonidocente: Bärbel Reinhard
contaminare: dal latino tangere
tag-mino – porre in contatto, mescolare con elementi eterogenei
I progetti in mostra affrontano da tre punti di vista la tematica della contaminazione – senza una connotazione negativa – come contagio, incrocio, fusione di realtà, immaginazioni e linguaggi diversi. Usano il mezzo fotografico per un’ indagine personale sulla contaminazioni di identità con pattern sociali, di interferenze di avvenimenti storici con microstorie, di luoghi reali con strategie di uscita da essi. Contaminazioni che mettono in contatto eventi e oggetti, che a priori non erano previsti come collegati.


ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Urbino

urbinodocente: Lucia Miodini
Argomento centrale dei contributi proposti è l’analisi delle teorie e dei metodi della comunicazione visiva; l’atto fotografico diventa espressione di una cultura visuale che coinvolge strumenti e linguaggi differenti, benché articolati. Le autrici riflettono sulla portata metodologica dello stesso linguaggio fotografico: nei loro progetti fotografare diventa, così, un atto di consapevolezza critica verso la realtà e verso se stessi. Prevale l’interpretazione della nozione di contaminazione come combinazione di elementi tratti da diverse forme mediali. L’elemento che accomuna i diversi lavori è la presentazione in forma di libro, determinante per l’elaborazione del progetto fotografico. Il libro è un prodotto unitario, un’opera complessa, non solo uno strumento comunicativo, può essere considerato espressione dell’intermedialità, delle contaminazioni che si realizzano, sia sul piano espressivo che tematico, tra la fotografia e altri sistemi espressivi.


Istituto Italiano di Fotografia di Milano

IIFdocente: Gigliola Foschi 
Il tema è stato declinato in molteplici modi, anche stilistici, a volte fondendo la fotografia con altri media. Dalla contaminazione ambientale di campagne invase da elementi incongrui a quella dell’aria corrosa da inquietanti nuvole di acquarello o pervasa da misteriose polveri che nelle periferie di Bucarest inseguono e accecano ragazze; dalla deformazione di camere di amici, la cui visione è stravolta dall’uso del foro stenopeico, all’estraneità determinata da molti edifici contemporanei. Partendo dalla contaminazione degli spazi fisici in cui ancora si vive nei pressi della famigerata centrale nucleare di Chernobyl, fino a quelli della memoria di un’infanzia segnata da una supposta normalità, dove le differenze tra femminile e maschile sono aderenti agli stereotipi. E ancora la contaminazione portata all’attenzione dell’osservatore in opere d’impatto, surreali, iper-colorate e ironiche, spunto di grandi riflessioni, come in una natura che rischia di essere sempre meno naturale, una figura eterea e inconsistente che si diffonde nello spazio, o una spiazzante presenza contemporanea in un quadro “icona”.


LABA (Libera Accademia di Belle Arti) di Brescia

bresciadocente: Virgilio Fidanza
Il tema Contaminazioni solo in apparenza sembra svelarsi con sufficiente chiarezza. Ecco che, osservando alcuni progetti, notiamo l’evidente preoccupazione che l’umano possa venire annullato nel rapporto sempre più complesso e “snaturante tra uomo e “macchina”, ma anche lo spostamento di relazione tra uomo e natura nel contemporaneo scenario di un architettura inglobante ed alienante, dove pare l’umano ad essere elemento di contaminazione, la “cosa” fuori posto. All’attenzione dell’osservatore viene portata, inoltre, una contaminazione che è pura utopia nella relazione  tra la condizione di fragilità, insita nella natura umana, e la cura farmacologica dei mali dell’anima: la promessa farmacologica si rivela insufficiente, perché non si cura delle cause che, andrebbero ricercate nella relazione uomo mondo. Numerosi altri progetti offrono altrettanti fondamentali spunti di riflessione.


LABA (Libera Accademia di Belle Arti) di Firenze

firenzedocente: Massimo Agus
Il tema si presta a letture e interpretazioni differenti. Dal concetto di infezione, contagio, inquinamento, incrocio, fino a quello di scambio, sovrapposizione, mescolanza, fusione. Questa complessità ha portato alcuni studenti a considerare la contaminazione come inquinamento dell’ambiente naturale, altri come problema sociale e antropologico, sviluppando l’idea di incrocio e incontro di culture e di generi. Infine i progetti focalizzati sul corpo come sede della mescolanza e della fusione, corpo che si trasforma e si incrocia con altro da sé. Ma “contaminazione” è anche travalicare i confini dei linguaggi e delle forme artistiche per dare alle opere un senso di trasversalità e lettura multidisciplinare.